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LEARNING BY THROUGH: LA FORMAZIONE ATTRAVERSO L’ESPERIENZA

  • Immagine del redattore: psysos
    psysos
  • 19 mag 2023
  • Tempo di lettura: 5 min

Durante questi ultimi venti anni circa, è gradualmente aumentato il livello di presa di consapevolezza, da parte della comunità scientifica mondiale, circa l’importanza centrale dell’apporto psicologico negli interventi a sostegno dei gruppi e delle comunità colpite da eventi critici o catastrofici, tanto da far incrementare, altrettanto progressivamente, la progettazione e realizzazione di programmi psicosociali da attivare nell’ambito dell’ assistenza umanitaria durante le emergenze nazionali ed internazionali.


Drammaticamente si è assistito ad un precipitato di eventi sconvolgenti, dagli atti terroristici con cui si è aperto il secondo millennio, a tsunami, terremoti, frane, alluvioni ed altri disastri ambientali con i diversi flussi migratori conseguenti, fino ad arrivare alle più recenti emergenze pandemica (Covid-19), ed umanitaria per profughi e rifugiati di guerra. Questi crescenti bisogni oggettivi, hanno fatto emergere la necessità di “normalizzare” con accordi sempre più condivisi e condivisibili, un modello per il “Supporto Psicosociale nelle catastrofi”, che vede, tra i diversi nodal point della rete di soccorso, la figura specialistica dello #Psicologo dell’Emergenza, operante nel pre, durante e nel post evento critico, per preparare popolazione ordinaria e soccorritori ad affrontare ipotetiche catastrofi e conseguenze.


Se essere psicologi, non necessariamente implica lavorare con le proprie e altrui emozioni, operare in emergenza, “è lavorare sempre con le emozioni”, o meglio, è lavorare con emozioni ambivalenti, ambigue, assurde, confuse, appannate, ingovernabili, frammentate e strappate via da un senso logico, … semplicemente perché, in condizioni di #stress estremo, tanto per le vittime quanto per i soccorritori, tali emozioni sono “troppe e troppo intense” per continuare ad essere armoniosamente organizzate e sufficientemente tollerate.


Ad ogni operatore dell’emergenza, corpo speciale o volontario che sia, dunque anche e soprattutto allo Psicologo dell’Emergenza, viene indirettamente chiesto, più che di mettere da parte il proprio vissuto emozionale, di tenerlo in “bilico” in un continuo oscillare per meglio adattarsi ai diversi contesti e agli scenari nuovi ed imprevedibili, emersi e che emergeranno durante e dopo l’evento critico. L’universo emozionale è uno degli strumenti più utili per il lavoro dello Psicologo dell’Emergenza, il quale, proprio per mantenersi in una “vigile sospensione” durante il proprio operare, è come se dovesse continuamente “prendere e ri-prendere la misura”, come se dovesse “fare un passo indietro” dalle #emozioni attivate dall’evento critico per “metterle meglio a fuoco”, e rendere così, prima “pensabili” quelle senso-percezioni ed emozioni dalle quali è attraversato, poi “parlabili”, in quanto elementi riconosciuti, dunque, condivisibili.


E’ solo l’ “averci fatto un pensiero su … ”, che rende possibile, per lo Psicologo dell’Emergenza, l’avvio di comportamenti e manovre di intervento di soccorso e supporto, garantendo che questi non si traducano in ulteriori “azzardi” e “pericolose mosse incontrollate”, proprio perché “non-pensate, ma solo agite”. E’ infatti fondamentale, continuare a sottolineare, quanto, ogni emozione non contattata, individuata e riconosciuta, dunque ogni emozione nella impossibilità di esser “riflettuta”, possa tramutarsi in un ulteriore “miccia”, comunque pronta ad esplodere in situazioni “già” emergenziali.

Se per la Psicologia, in quanto disciplina scientifica, è fondamentale un permanente aggiornamento su costrutti teorici e prassi metodologico-applicative, è naturale comprendere come, per lo Psicologo dell’Emergenza, tale aggiornamento si traduca in un vero e proprio “allenamento esperienziale”, e la formazione continua, divenga una autentica “PALESTRA EMOTIVA SU CAMPO”, per mantenere, sufficientemente “allenata ed in forma”, la competenza alla SPECIFICITA’ PROFESSIONALE che, l’operare in questa delicatissima branca della Psicologia richiede.


Nonostante le indicazioni chiare diffuse fin dall’inizio del XXI secolo dall’Unione Europea, (“nell’ambito del Meccanismo Comunitario istituito con decisione n.792 del 2001 e aggiornato nel 2007 con Decisione 779 dell’8 novembre, la Commissione europea prevede un’attività formativa inclusiva delle esercitazioni per la simulazione delle grandi emergenze”), nei percorsi formativi degli operatori del soccorso, durante gli anni, almeno in Italia, venivano riservate pochissime ore al lavoro sulle emozioni e sulle dimensioni psicologiche che queste governano, tanto che, emergendo anno dopo anno tutte le criticità di questo “deficit”, per molte organizzazioni impegnate nell’ambito dell’emergenza, la legge prevede, oggi, l’OBBLIGO di realizzare periodiche esercitazioni su campo (per esempio, per le organizzazioni di volontariato di Protezione Civile, fa fede il DPR 194/2011, del regolamento interno).


Noi Psicologi dell’Emergenza di PSYSOS-ODV, sposiamo l’idea che per prepararsi, anche se “artificialmente”, ad operare in contesti emergenziali, la tecnica metodologica più funzionale, considerata conditio sine qua non per una sufficiente competenza all’operare-su-campo, sia il costante #training esperienziale consistente in vere e proprie SIMULAZIONI pratiche di catastrofi, e/o eventi critici dal fortissimo impatto, che vengono ri-create ad arte in #SETTING PROTETTI, nei quali la squadra di Psicologi possa “scendere in campo”, e attraverso una vasta gamma di esercitazioni concrete, possa esperire “sulla propria pelle”, tutto il prisma emozionale e senso-percettivo (più o meno distorto), che si attiva durante le emergenze.


Durante un’esercitazione di aggiornamento su campo, avviene quello che viene chiamato #STRESS INOCULATION TRAINING (SIT), cioè un allenamento ad attivare la risposta più adattiva possibile allo stress acuto cui viene artificialmente sottoposto l’operatore del soccorso, in un campo protetto, attraverso simulazioni di vere e proprie emergenze ad alto impatto e/o catastrofi emergenziali. Tale allenamento mira a potenziare nello Psicologo la competenza a riconoscere, definire ed esprimere le sensazioni provate condividendole con i colleghi, oltre che ad individuare tensioni, blocchi, limiti e punti di debolezze. Mira inoltre a favorire la costruzione di un senso di #appartenenza ad un #gruppo-SQUADRA, che agevoli l’instaurarsi di un clima affettivo di #fiducia reciproca, su cui reciprocamente affidarsi, percependosi tutti sostenuti nelle difficoltà dalla squadra stessa, anche e soprattutto, quando si è soli ad operare.

La simulazione realistica ha la preziosa capacità di rievocare vissuti ed emozioni correlate alle situazioni reali che rappresenta, anche se in forma drammatizzata e teatrale.

E’ proprio l’ambiente “messo in sicurezza”, cioè lo SPAZIO/CONTENITORE protetto rappresentato dall’esercitazione o dalla simulata, a rendere possibile durante l’allenamento lo “sperimentarsi” in diversi ruoli, “mettendosi dunque nei panni”, di vittime, parenti, soccorritori, toccando con mano gli altrui vissuti emotivi, e contattando al contempo i propri.

Lo Psicologo dell’Emergenza “competente”, a nostro avviso, così come ogni operatore dell’emergenza, è quello che è passato spontaneamente (appunto per attraversamento di esperienza!) tra tutte le diverse fasi reattive allo stress per arrivare alla gestione dello stesso più adattabile/funzionale possibile al contesto, ed è quello che continua a “transitarvi”, attraverso le simulazioni su campo e l’allenamento permanente, per continuare a saperne far fronte.


Lo Psicologo dell’Emergenza #VOLONTARIO nel soccorso è chiamato più degli altri operatori a rispondere di questa competenza al “sostare/interrompere” l’azione impulsiva, e allo “stare” con l’emozione (propria e altrui) anche se disagevole e destabilizzante, e questo a maggior ragione in quanto, ogni evento critico o catastrofe, reale o simulata che sia, per natura, è un’ esperienza emergenziale “plurale”, collettiva, gruppale, di squadra, che si esperisce dunque in un contesto/campo co-abitato e non individuale.


Noi di PSYSOS-ODV riteniamo che la preparazione dello Psicologo dell’emergenza sia costantemente “in fieri”, in quanto proprio l’allenamento all’emozione è senza fine, è, come dire … “evolutivo”, perché in continua evoluzione sono le possibilità “generativamente adattive” di risposta ad essa (#coping).

Al “fare fare … per non pensare” tipico di un “learning by doing” meramente socio-occupazionale, la nostra associazione di operatori volontari con la PC, sceglie di preferire e far proprio, un autentico e pensato “fare psico-sociale”, cioè un permanente formare/formarsi come Psicologi dell’Emergenza, basato su un “learn through experience” o anche, più semplicemente su un continuo LEARNING BY THROUGH ….


Dott.ssa Flaminia Proietti Sperati – Psicologa clinica, psicoterapeuta, gruppoanalista, esperta in Psicologia dell’Emergenza e Psicotraumatologia


Riferimenti bibliografici

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